Il tuo compleanno

Per il tuo compleanno sono venuto a trovarti. Abbiamo trascorso una bella settimana insieme. Abbiamo fatto tante cose. Ci siamo dette tante cose. Avevi appena finito la 1 elementare e le tue maestre hanno detto che sono state molto contente di te. Sei stata molto brava, ti sei impegnata, hai sempre rispettato le consegne, hai conseguito risultati veramente apprezzabili, hai sempre ben socializato con compagni e insegnanti. Da quello che mi è dato di capire i tuoi genitori le hanno trovate più rilassate e meno tese rispetto al passato. Hanno ragione. Capisco il peso della responsabilità che hanno sentito sulle loro spalle. Difficilmente le persone riescono a comprendere la solitudine degli insegnanti davanti ai loro difficilissimi compiti, in particolare in prima elementare. Avere la consapevolezza che la vita cognitiva e socio-affettiva di un bambino dipende interamente da te, per ciò che attiene ai compiti della scuola, è un peso enorme che pochi possono capire. Non è facile lavorare con tanti bambini, molti stranieri e, come non bastasse, una bambina come te, non autosufficiente dal punto di vista respiratorio e completamente immobilizzata, tranne la testa. Non è facile insegnare ad una bimba come te, come non è facile per te apprendere non avendo il supporto della motricità. Eppure hai imparato a leggere e scrivere. Un miracolo che pochi anni fa non sarebbe stato possibile almeno per la scrittura. Con i movimenti che riesci a fare con la testa hai imparato a lavorare al pc. Hai eseguito tutte le schede, compiti, dettati, componimenti in lingua e in matematica. Poi c’è stato spazio anche per la creatività. Hai dipinto con morsetto e pennello quadri molto belli anche per un bambino che può e sa usare le mani.

Qui tu stai dipingendo con morsetto e pennello.

Anna lavoro con morsetto e pennello

Il tuo capolavoro finito. Lo hai dedicato alla tua ex insegnante di scuola materna che ti ha assistito mentre lavoravi.

Il tuo quadro รจ finito. Bellissimo

Poi il giorno del tuo compleanno. Tanti regalini. La festa. Sono venuti i tuoi compagni di scuola. Ci siamo travestiti come i personaggi di Cappuccetto rosso. Tu Cappuccetto rosso, io sono stato conciato da nonnina, il tuo fratellino faceva il lupo, Manu la mamma, gli altri, compresi i tuoi compagni, da cacciatori e animaletti del bosco.
Ci siamo divertiti da matti. Tu ti sei divertita moltissimo. Abbiamo ballato, ti abbiamo messa in mezzo e strapazzata ben bene con la tua carrozzina, mentre ti sbellicavi dalle risate e dicevi: ancora nonno, ancora..

In un momento mi è passato per la mente quando, nell’estate del 2004, saltavi ballando la pizzica nelle piazze del Salento fino a stancarti. Stanca poi mi chiedevi di essere presa in braccio e di continuare a ballare così, in braccio a me. Poi mi stancavo anche io e tu, presa dal ritmo mi dicevi, come l’altra sera: ancora nonno, ancora…

E ridevo, ma dentro di me avevo tanta voglia di piangere.