La maschera magica

Ecco l’ultimo tuo racconto che mi hai dedicato. Grazie piccola mia continua così. La tua testolina è preziosa. Ci sono molte differenze tra le prime storie e questa!

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La maschera magica

C’era una volta una signora, di nome Elisa, molto ricca, che viveva in un palazzo bello, tutto d’oro e d’argento con un bel giardino grandissimo pieno di animali e alberi carichi di frutta.

Ma un giorno vennero dei ladri che cacciarono via la signora e si impadronirono del palazzo e delle sue ricchezze.

Elisa, molto disperata, trovò una casa abbandonata che si affacciava su una piazza; questa casa era sporca, brutta e vecchia…ma aveva qualcosa di “magico”.

Infatti su ogni parete della casa c’era disegnata una faccia, sempre la stessa. Questa faccia però a volte c’era, altre volte scompariva. Di notte faceva sognare alla signora com’era quella casa prima che lei ci entrasse. In più parlava in continuazione, come se fosse viva, e raccontava la sua storia. In quella casa, tanto tempo fa, viveva una ragazza di nome Gelsomina perchè portava sempre tra i capelli un fiore di gelsomino; un giorno sentì bussare alla sua porta: aprì e si strovò davanti un signore che la voleva sposare.

Questo signore però era davvero molto brutto e poco simpatico e la ragazza non voleva per nulla al mondo sposarlo, ma non sapeva che quel signore era una stregone che quindi le fece una maledizione:

dovunque la fanciulla posasse gli occhi compariva sul muro la faccia della ragazza. Alla decima faccia la ragazza rimase imprigionata all’interno dei muri della sua casa.

L’unico modo per salvarla era che qualcuno entrasse nella casa, andasse a prendere una goccia di rugiada e un raggio di sole e li mettesse nella bocca della decima faccia.

Fino a quel momento non era entrato nessuno perchè la casa sembrava malvagia.

La leggenda e l’antidoto erano scritti su un muro della casa che però era tutto ricoperto di polvere e non si riusciva a leggere nulla.

La signora Elisa, visto che non voleva vivere in una casa così sporca, spolverò tutte le pareti una per una e lasciò per ultima quella con la scritta. Quando tolse la polvere da quella parete lesse tutta la storia e decise di aiutare Gelsomina. Prese due barattoli e corse fuori. In un barattolo mise il raggio di sole e nell’altro la goccia di rugiada.

Tornata a casa li mise nella bocca della decima faccia. A quel punto Gelsomina ritornò in vita.

Da quel giorno vissero come mamma e figlia in quella casa resa, però, bella e accogliente.

Anna 9 luglio 2009