Libera di muoverti

Ti ho vista come ti muovevi con la tua carrozzina elettronica. Sei bravissima. Hai cominciato lo scorso anno scolastico ad usarla a scuola per brevi tratti della giornata. Poi hai cominciato ad usarla sempre più. Infine l’hai portata anche a casa per poterti muovere in autonomia, anche per fare una passeggiatina.  Per una bambina che muove solo la testa è una miracolosa conquista. Per una bambina che da quando aveva tre anni, dopo l’incidente, ha avuto sempre bisogno degli altri per essere portata da un luogo all’altro, o anche semplicemente di essere girata nel letto, è qualcosa di meraviglioso. Gli altri bambini, e anche molti adulti, non pensano abbastanza che significato ha  per l’essere umano potersi muovere in autonomia, quanto è penalizzante non poterlo fare se non con l’aiuto degli altri, e non solo per le necessità pratiche.

Ti ho vista che rincorrevi le altre bambine per metterti in gruppo con loro e raccontarvi le cose che noi adulti non capiamo e consideriamo sempre solo “cose da bambini”. Ti ho seguita a distanza preso dalla paura che ti potesse succede qualcosa, magari fare qualche manovra pericolosa e tua madre che mi invitava a non starti troppo vicino. Capisco i motivi, ma l’idea che possa succederti ancora qualcosa fa scattare in me reazioni che razionalmente non riesco a contenere quando in ballo ci sei tu.

Poi le tue amichette, come mosse da un colpo di vento, improvvisamente in gruppo correvano e si spostavano in altro punto, e tu le inseguivi per posizionarti vicino, ma sempre in disparte. Il loro chiacchiericcio è forte, per farsi ascoltare e entrare in discussione bisognava gridare e tu non potevi. In una discussione ad alta voce tu non puoi entrare, è già un miracolo che puoi parlare, ma a voce bassa, quanto ti consente il ventilatore con l’aria che manda su per le corde vocali, che non è abbastanza  per parlare ad alta voce e farti ascoltare da chi usa toni alti. Per questo se vuoi discutere in gruppo questo deve tener conto di te, usare toni bassi, non sovrastarsi con la voce, darti il tempo di dire la tua perché, come ti dico spesso, non sei lenta tu, ma il tuo ventilatore dal quale dipendi per respirare.

Ti vedevo intenta più che altro ad ascoltare le altre. Imparerai che l’ascolto è una capacità straordinaria, è una gran dote. Io spero solo che tu abbia a che fare nella tua vita con persone che oltre che essere ascoltate sappiano anche ascoltare te.

In questo tuo essere in ascolto abbastanza vicina, ma in disparte, ho pensato dentro di me al “Passero solitario” di Leopardi, che un giorno a l’altro ti leggerò e commenteremo insieme. In particolare ho ricordato il seguente passo:

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“Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;”

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 Ciao Anna