Set
30
2010
-

Il tuo dipinto

Notte africana
 

Sei venuta a trovarmi con i tuoi genitori e i tuoi fratelli., Davide e Diego, il tuo fratellino tanto atteso. Mi hai fatto un regalo bellissimo, mi hai portato in dono un tuo lavoro. Un capolavoro. Un quadro che hai scelto come soggetto, titolo e che hai dipinto tu, con quei colori bellissimi che hai impresso sul foglio con matite che tenevi con la bocca. Notte africana, lo hai intitolato.
E' bellissimo, lo tengo in bella mostra e so quanto vale. moltissimo in assoluto, infinitamente per me. Immagino l'affetto e la cura pignola con cui hai lavorato. Immagino quante scelte e quante revisioni hai compiuto.
Siamo stati benissimo, in montagna. Ti è piaciuta la casa in sasso, il torrente che la circonda, gli alberi, lo scoiattolo che li abita, la tempesta di lucciole che le sere di luglio illuminano il prato e il corso del torrente come una galassia di stelline scese dal cielo. E tu incantata le guardavi nelle loro evoluzioni e mi richiamavi ogni qual volta qualcuna sembrava volesse fermarsi su di te.
Sei stata bene e avresti voluto fermarti ancora un po'. Hai scacciato i tuoi "brutti pensieri", come li chiami tu. Quelli che ogni tanto ti assalgono e ti provocano tanto dolore e voglia di piangere.
E noi insieme a te, piccola mia.

Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:
Apr
28
2010
-

In attesa della nascita del tuo fratellino

Nell'attesa della sua nascita e  tramite la vostra adorabile mamma, il tuo fratellino ha inviato una letterina a te e a Davide, tuo fratello più grande .

================================================================


Cari Anna e Davide,

voi non mi conoscete ancora perché non sono ancora nato, ma sono il fratellino che arriverà fra poco. Forse non lo sapete che le mamme parlano con i loro bambini fin da prima che nascano, con un linguaggio tutto particolare che non ha voce, ma si “sente” nel cuore.

Appena nato non saprò fare un bel niente, tanto meno parlare e, allora, visto che ora sono nella pancia della mamma e lei sente i miei pensieri pensavo di dirvi alcune cose attraverso di lei…cose che poi non vi potrò più dire.

Dovete sapere che tutti i bambini prima di nascere sono sulla Luna, poi un bel giorno scelgono per nascere una mamma e un papà che desiderano un bambino. Anche voi avete scelto la mamma e papà prima di me, solo che non ve lo ricordate più e anche io non me lo ricorderò più dopo che sarò nato.

Volevo raccontarvi i discorsi tra me e la mamma, mentre ero sulla Luna prima ancora di arrivare nella sua pancia.

La mamma e papà mi volevano già da un po’, però erano molto preoccupati per colpa del terribile incidente che vi è capitato. Pensavano che io mi sarei spaventato perché voi avete tutti sofferto molto e questa cosa bruttissima che è successa ha lasciato nel cuore di tutti una grande ferita. La mamma mi ha spiegato che siete una famiglia con la vita un po’ complicata, non come le famiglie della pubblicità in cui tutti sembrano stare bene e sembrano non soffrire mai e sembrano non avere nessun problema.

Dopo avermi raccontato di voi, di come siete, di come vivete la mamma mi ha chiesto tante volte: “Ma sei sicuro che ci vuoi?”

Lo so che vorreste sapere cosa mi ha raccontato la mamma di voi, ma non ve lo dico…vi dico solo che mi ha detto tutto proprio tutto… e quello che mi ha detto la mamma non mi ha per niente fatto paura, anzi e alla fine io le ho detto: “Si certo che sono sicuro, io vi voglio!”.

Ho capito che sarò un bambino molto fortunato ad avere una famiglia come voi, ho capito che la mamma e papà si amano molto e che vi amano molto e che anche voi due vi amate molto. Questo vi volevo dire, che dalla Luna si vedono bene come vanno le cose sulla Terra, e si vede che nella vita capitano tante cose belle e tante cose brutte, e che a voi è capitata una cosa molto brutta, ma siete una bellissima famiglia di cui io voglio fare parte. Voi due, Davide e Anna, siete speciali, si proprio speciali e io sarò felicissimo di avervi come fratellone e sorellona e sono sicuro che, anche se all’inizio vi romperò un po’ le scatole e vi scombussolerò un po’ la vita, poi andremo d’accordo e ci vorremo bene e non ci separeremo mai. Insomma questo volevo dirvi, che io non ho scelto solo la mamma e papà, ma ho scelto anche voi due, si proprio voi due, e che mi piacete molto anzi tantissimo!

Ci vediamo presto!

Il vostro “futuro” fratello.

Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:, ,
Nov
11
2009
-

La farfalla



(Non ti fermi più, la tua vena di piccola scrittrice cresce man mano che scrivi. Brava Anna, continua così.)


LA FARFALLA

 

C’era una volta una farfalla di nome Giusi. Era la più bella del cielo.

Un giorno un’altra farfalla maschio di nome Michele si innamorò di lei e si sposarono.

Un giorno Giusi doveva incontrare Michele, ma era in ritardo. Giusi pensava: “ Sarà già arrivato, mi aspetterà!” Ma quando arrivò Michele non c’era.

Giusi si mise subito a cercarlo e ad un certo punto lo vide con un’altra farfalla femmina. Allora Giusi scappò.

Giusi non era più bella come prima perchè aveva perso Michele e si mise a piangere a dirotto.

Un giorno incontrò una farfalla maschio di nome Francesco che le disse:”Sei davvero bella” Giusi rispose.” Non è vero sono brutta” .

Francesco disse ”No, invece, sei davvero bellissima. Perchè pensi di essere brutta?” Allora Giusi gli raccontò la sua triste storia con Michele. Francesco e Giusi diventarono ammici, lei si accorse che stando con lui si sentiva meglio e anche più bella finchè alla fine si innamorarono e si sposarono.

Un pò di tempo dopo Giusi e Francesco incontrarono Michele insieme alla sua amica. Giusi era più bella di quando stava con lui e Michele pensò: “Quanto è bella e che sciocco sono stato a non aspettarla!”. Giusi si accorse di non essere più arrabiata con Michele, perchè se lui quel giorno l’avesse aspettata, lei non avrebbe mai conosciuto Francesco. Tutti quanti ritornarono ad essere amici.  

  Anna Magliano


Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:,
Nov
03
2009
-

DA AMICHE A SORELLE

 

Il tuo ultimo racconto è bellissimo. Cara Anna capisci più cose tu della vita e della tua condizione di tanti adulti. Il tuo scrivere diventa sempre più fluido. Le storie diventano più complesse e articolate. A quello che hai dentro nel profondo riesci a dare sempre più voce e parole. Ti riesce di  trasfigurare profondissimi significati col tuo immaginario infantile. Brava Anna, ti adoro.


========================================================

DA AMICHE A SORELLE

C’era una volta un delfino che si chiamava Lola. All’inizio viveva felice con la sua mamma e gli amici in fondo al mare. Però un giorno gli altri pesci si accorsero che lei aveva la coda diversa da loro: aveva la coda a V e non a U come tutti gli altri delfini.
Così iniziarono a chiamarla “coda a v” e non più Lola; persino la sua mamma la chiamava così. Lola aveva una migliore amica di nome Alexander, anche lei con la coda a v, ma un giorno per farsi accettare dagli altri decise di nasconderla tenendola sempre dietro coralli alghe e conchiglie. Gli altri delfini volevano diventare amici di Alexander però le dissero: “Se tu vuoi bene a “coda a v” non sarai nostra amica, se invece non le vuoi bene e la chiamerai “coda a v” sarai nostra amica. Alexander decise di dare retta agli altri delfini e iniziò a chiamare Lola “coda a v”. Allora Lola decise di andarsene e disse: “Mi costruirò una casa qui vicino così ogni tanto potrò venire a salutarvi chiamandomi io stessa “coda a v”. Un giorno incontrò una delfina, di nome Stella, uguale a lei con la coda a v solo più grossa. La delfina le disse: “Ciao Lola , non mi riconosci? Sono tua madre!” “Ma la mia mamma è a casa!” rispose Lola. “Ma lei non è la tua vera mamma; sono io la tua vera mamma! Come vedi ho la coda uguale a te. La coda si tramanda di delfino in delfino di generazione in generazione e inizia a vedersi verso i 5 anni”. Gli raccontò una storia molto interessante: un suo antico antenato aveva la coda a v e anche lui veniva preso in giro chiamandolo “coda a v”. Ma un giorno successe una cosa molto importante: il delfino salvò alcuni suoi compagni da uno squalo proprio con la sua coda a v. A quel punto diventò molto importante per la sua gente. Però un po’ di tempo dopo non riuscì a salvare un delfino che morì mangiato da uno squalo e allora venne cacciato via e tutti si dimenticarono di lui. “Lola, i tuoi amici ti detestano per colpa della leggenda. Anche io sono stata cacciata per colpa della coda e ho dovuto abbandonarti a una mia amica che però evidentemente non è stata capace di prendersi cura di te. Ma ho dovuto lasciare non solo te:anche tua sorella”. “Mia sorella?” chiese stupita Lola. “Si, Alexander è tua sorella ed è stata cresciuta da un’altra mia amica. Così voi due siete cresciute come amiche ma non sapendo di essere sorelle”. A questo punto Lola e la mamma decisero di andare a cercare Alexander per raccontarle tutto ma la incontrarono che anche lei stava cercando la sua amica fuori dal villaggio. Quando si videro, Alexander chiese scusa a Lola e le domandò chi fosse quella delfina vicino a lei. Lola esclamò: “E’ nostra madre!” “lei nostra madre? noi siamo amiche non sorelle!” Allora Lola le raccontò tutta la storia e felici e insieme decisero di non lasciarsi più. Iniziarono a viaggiare nel mare finché un giorno non trovarono un gruppo di delfini tutto con la coda a v e vissero felici e contente.



 
Anna Magliano
Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:, ,
Lug
11
2009
-

La maschera magica

Ecco l’ultimo tuo racconto che mi hai dedicato. Grazie piccola mia continua così. La tua testolina è preziosa. Ci sono molte differenze tra le prime storie e questa!

===========================================================================

La maschera magica

C’era una volta una signora, di nome Elisa, molto ricca, che viveva in un palazzo bello, tutto d’oro e d’argento con un bel giardino grandissimo pieno di animali e alberi carichi di frutta.

Ma un giorno vennero dei ladri che cacciarono via la signora e si impadronirono del palazzo e delle sue ricchezze.

Elisa, molto disperata, trovò una casa abbandonata che si affacciava su una piazza; questa casa era sporca, brutta e vecchia…ma aveva qualcosa di “magico”.

Infatti su ogni parete della casa c’era disegnata una faccia, sempre la stessa. Questa faccia però a volte c’era, altre volte scompariva. Di notte faceva sognare alla signora com’era quella casa prima che lei ci entrasse. In più parlava in continuazione, come se fosse viva, e raccontava la sua storia. In quella casa, tanto tempo fa, viveva una ragazza di nome Gelsomina perchè portava sempre tra i capelli un fiore di gelsomino; un giorno sentì bussare alla sua porta: aprì e si strovò davanti un signore che la voleva sposare.

Questo signore però era davvero molto brutto e poco simpatico e la ragazza non voleva per nulla al mondo sposarlo, ma non sapeva che quel signore era una stregone che quindi le fece una maledizione:

dovunque la fanciulla posasse gli occhi compariva sul muro la faccia della ragazza. Alla decima faccia la ragazza rimase imprigionata all’interno dei muri della sua casa.

L’unico modo per salvarla era che qualcuno entrasse nella casa, andasse a prendere una goccia di rugiada e un raggio di sole e li mettesse nella bocca della decima faccia.

Fino a quel momento non era entrato nessuno perchè la casa sembrava malvagia.

La leggenda e l’antidoto erano scritti su un muro della casa che però era tutto ricoperto di polvere e non si riusciva a leggere nulla.

La signora Elisa, visto che non voleva vivere in una casa così sporca, spolverò tutte le pareti una per una e lasciò per ultima quella con la scritta. Quando tolse la polvere da quella parete lesse tutta la storia e decise di aiutare Gelsomina. Prese due barattoli e corse fuori. In un barattolo mise il raggio di sole e nell’altro la goccia di rugiada.

Tornata a casa li mise nella bocca della decima faccia. A quel punto Gelsomina ritornò in vita.

Da quel giorno vissero come mamma e figlia in quella casa resa, però, bella e accogliente.

Anna 9 luglio 2009

Written by libellulediluce in: Senza categoria |
Mag
04
2009
-

Il nido

Nido Nido e uccellinoNido e uovo Due ouva
 

Cara Anna,
un uccellino, mi sembra una femmina di merlo, ha fatto il nido in un vaso sul balcone di Claudia. E’ una cosa meravigliosa che commuove chiunque, spero. Non ha avuto paura, forse ha capito che  Claudia non farebbe mai del male a lei e ai sui ovetti che sta covando. Anzi, mi ha detto che esce poco sul balcone per non disturbarla. Lo fa solo quando lei non è nel nido.
Hai visto che costruzione meravigliosa è quel nido? Si è scelta un vaso di margherite che le fanno penombra, la mimetizzano, una posizione strategica dalla quale controlla tutto ciò che avviene intorno. Con un occhio guarda la casa, con l’altro guarda fuori. Brava mamma merlo, prudente, attenta, amorosa con quella che sarà la sua creatura. Proprio come la tua mamma che ti cura e ti difende ed è attenta a prevenire sempre ogni cosa che possa farti del male.
Che bel mistero è la natura, com’è commovente nella sua semplicità.
Ammirando e facendo il servizio fotografico alla sua merlottina Claudia ha pensato a te, le sei venuta in mente tu e ti/vi ha dedicato una poesia che io trovo bellissima.
Te la riporto di seguito.

metamorfosi

Anna e lei, architettura d’amore

Hai mai visto

Un nido?

Lei vuole

E può

Lei vola

Come te

Lei unisce

Lega

Come te

Lei intreccia

Fili

Di paglia

Tu intrecci

Pensieri

Tu vuoi

E puoi

Insieme

Legate

Cielo

E terra

La tua bocca

Dipinge

Immagini

Colorate

E fatate

Nutre

Chi ami

E t’ama

Il suo becco

Dipinge

un cerchio

morbido

e forte

Nutre

Chi ama

E l’ama

Ciao minuscole

Grandi donne

Del nostro balcone.

claudia fanti
Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:,
Apr
27
2009
-

Grazie amiche e amici!

Grazie amiche e amici!

La mia nipotina e i suoi genitori vi danno la bella notizia che l’obiettivo del progetto "Fes Byke per Anna" è stato raggiunto. Grazie all’interessamento e all’aiuto che ciascuna/o di voi in varie forme ha dato. In una società che rischia sempre di sprofondare negli egoismi, nei particolarismi, nell’indifferenza e nel disinteresse per le sorti degli altri, gesti come questi mantengono viva la speranza che un’umanità più calda e profonda sia possibile. Un’umanità capace di stringersi intorno a chi soffre o è in difficoltà e fargli sentire che non è solo/a, che un posto al mondo per lei/lui c’è. Anzi il mondo non sarebbe più lo stesso e sarebbe più povero senza di lui/lei.

Quando ho comunicato ad Anna che con l’aiuto di tante persone amiche che pensano a lei con affetto c’è la possibilità di prendere la Fes Byke, lei per prima ha esclamato: Sììì! Così potrò gareggiare con le auto in città. Poi mi ha guardato riflessiva e ha aggiunto: Ah, ah. Mi sa tanto che non potrò farlo perché la Fes Byke non ha le ruote.

Hai ragione piccola Anna, non ha le ruote, ma tu la farai sfrecciare ugualmente con la tua bella fantasia di bambina. Potrai fare tutte le gare che vorrai, potrai andare dove ti piacerà senza bisogno che gli altri amorevolmente ti portino. Potrai essere autonoma, cosa alla quale giustamente aspiri di più e il cui diritto ti è stato negato da quel maledettissimo incidente. Potrai scoprire che l’autonomia che ti costruisci nella mente e nel tuo cuore ha un grandissimo valore, anche nell’assenza della naturale autonomia fisica. Spero tanto che un giorno tu possa scoprire l’importanza di quella autonomia che gli uomini costruiscono dentro di loro, che non è scontata. Perché l’autonomia fisica non è tutto e, a volte, nemmeno la cosa principale, se manca l’autonomia della mente e del cuore. Non sono, purtroppo, messi molto bene tanti uomini che possono andare sì dove vogliono, fare ciò che vogliono, ma la loro libertà è solo vuota apparenza se non sono autonomi e, perciò, liberi dentro.

So già cosa mi obietteresti: Ma nonno, io voglio correre, nascondermi, inseguire i miei amichetti, alzarmi e sedermi, andare in bagno da sola, mangiare da sola, sfogliare o chiudere un libro, dare una carezza alla mia mamma, vestire le mie bambole, aprire il mobile di cucina per "rubare" le patatine, mettermi di nascosto le scarpe della mamma e guardarmi allo specchio, ballare la "pizzica" nelle piazze del Salento come facevamo prima dell’incidente…
E morendo dentro io ti risponderei: Hai ragione, piccola mia. Tutto questo non ti è possibile, non più, almeno fino a quando qualche angelo vestito da scienziato non scoprirà il sistema che ti permetta di fare qualcosa con le tue manine e con le tue gambine. Preghiamo il cielo che questi angeli dell’umanità siano aiutati e che i loro cervelli preziosi siano messi in grado di inventare tanti rimedi per i tanti mali che fanno soffrire le persone sfortunate e i bambini come te. Fintanto noi non ce ne staremo con le mani in mano, vero? E allora partiamo all’avventura. Montiamo sulla tua Fes Byke spaziale e andiamo a scoprire i posti più belli del mondo. Facciamo spaventare qualcuno sfrecciandogli vicino, facciamo qualche scherzetto a qualche altro che non se l’aspetta.
Ecco probabilmente ti risponderei così, consapevole che fratelli stretti del dolore sono la consolazione e la speranza.

Grazie amici e amiche, Anna vi ha nel cuore tutte/i e ci penseremo noi a non farle mai dimenticare questo vostro gesto di amore verso di lei. Ora, a questa sua età, potrei dirle che voi avete fatto una bella magia, una magia collettiva. Avete pensato intensamente la Fes Byke e, dopo aver recitato la formula magica che solo voi conoscete, essa si è materializzata per aiutarla a stare meglio.
Un abbraccio a tutte/i

Written by libellulediluce in: Senza categoria |
Apr
17
2009
-

Il 5 per mille per i bambini come Anna

Il 5 per mille per i bambini come Anna
 
Anche quest’anno cerchiamo adesioni al 5 per mille : stiamo cercando di concludere una raccolta fondi per finanziare un progetto EGA@casa con l’ospedale pediatrico Regina Margherita.
L’obiettivo è raccogliere fondi sufficienti (circa 30mila euro) a finanziare un progetto in collaborazione con l’ospedale Regina Margherita di Torino.
Il progetto prevede, per i bambini in insufficienza respiratoria,  l’effettuazione di tutta una serie di esami clinici e strumentali A DOMICILIO, senza gravare con ricoveri faticosi sulle famiglie già assai provate.

Respira Onlus (www.respiraonlus.org) è una piccola associazione. ma quest’anno puntiamo ad arrivare a 2000 adesioni.
Ovviamente cerchiamo anche il tuo aiuto, e contiamo sul tuo passaparola a amici e conoscenti.
Per informazione comunichiamo che non sono ancora stati distribuiti i fondi 2007…

Il numero di codice fiscale (97675130013); occorre firmare nella casella relativa alle Onlus (nel 730 quella in alto a sinistra) e indicare il nostro cod.fiscale. Scarica il volantino con le istruzioni.

Una firma per noi vuole dire molto, grazie per tutto quello che puoi fare !


Andrea Magliano (papà di Anna)
Associazione Respira
Written by libellulediluce in: Senza categoria |
Mar
10
2009
-

La rete dei tuoi amici si allarga

castelloeborgo

Chi avrebbe detto, cara Anna, che tante persone buone pensano a te? Il progetto “FES Bike per Anna” si arricchisce ogni giorno di amici che partecipano aiutandoti a realizzare questa conquista. Essi si augurano che tu possa stare meglio, per quanto possibile, non solo fisicamente, ma anche nell’animo, per il coraggio che dovrai mostrare nella vita tu insieme ai tuoi cari. Il coraggio di affermare che in questo mondo ci sei anche tu, e che anche tu hai posto, con i tuoi diritti ad una esistenza più dignitosa possibile. Questo mondo, se non ci fossi tu, sarebbe più povero.

Ringraziamo questi amici preziosi e sensibili che dimostrano che l’umanità non è perduta, nonostante gli uomini diano spesso dimostrazione del contrario.
 
Dr. Ugo De Marco direttore della filiale di Brindisi della Banca Popolare Pugliese
Rocco e Rita Scalera
Fondazione "Ferrero"
Fondazione "Paideia"
I signori Maltempi/Braga
Ivana Pozzi Presidente ASD ARC BURRACO Muggiò

Caritas Diocesana di Taranto
La tua amica Claudia Fanti, che ti ha dedicato la bellissima poesia che dà il titolo al blog
Maurizio Marabese
Stefano Casati, Paola Papini
I. T. C. "Marconi" Brindisi, I.T.C. "Valzani" s. Pietro V.co, IPSIA "Ferraris" Brindisi
Scuola di ballo Cosimo Di Giulio e Irene D’Amore – Brindisi
Marco Testini e caserma della finanza di Gorgonzola
Carlo Fiorentini, Domenica Colombi, Rossana Imbriani e Antonio Testoni del CIDI di Firenze
Maurizio Candini  e Carmen
Annino Baroni
Lucia Bigozzi, Università di Firenze, Dipartimento di Psicologia
Sofia Toselli, presidente nazionale del CIDI
Lidia Bazzanini, Roma
Colleghi di Ugo Sion di Fineco
I Colleghi di Viola Sion
Marco Basile
Piergiorgio Lupoli (imprenditore)
Roca Rossano e Nicoletta Barrale
Paolo Donadei
Piero con gli amici della Ericsson di Roma, GSDC (RM) e Milano
Castellacci Flaviano e Zago Viviana
Written by libellulediluce in: Senza categoria |
Feb
18
2009
-

Ti hanno dato i voti

Semplicemente Longhena
Cara Anna, mi ha detto la tua mamma che le hanno consegnato la scheda con la valutazione quadrimestrale espressa in voti numerici. Ti hanno dato i voti. Tanti numeri.
Finora i numeri ti sono stati sempre simpatici perché con loro ti diverti a misurare le cose, a contarle ricavandone le quantità e poi a confrontarle, a fare operazioni, a fare giochi e ipotesi.
Per te giocare con i numeri è ordinare e riordinare la realtà attraverso la simulazione, obbligata come sei sul terreno dell’astrattezza e della virtualità, non potendo muoverti, toccare le cose, spostarle da un punto all’altro, ordinarle nello spazio a tuo piacimento, come spinge a fare la fantasia e l’immaginazione di tutti i bambini che dispongono del loro corpo, delle loro mani, delle loro gambe.
Tu sai che 8 (ma anche 7 oppure 9 oppure 5 ecc. affinché gli altri numeri non si offendano) è un numero che rappresenta una quantità di oggetti, come otto alberi, otto bambini, otto libri ecc. ma da questo fine quadrimestre ti è stato detto che con i numeri si dice anche quanto è bravo o meno bravo un bambino.
Che cosa pazzesca, avrai pensato nella tua testolina.
Un nuovo gioco? Si! Ma le sue regole tu non le sai e, quel che è peggio, non le conoscono nemmeno gli adulti che questo gioco si sono inventati. E non le sanno perché non ci sono regole che possano valere per tutti, ed è privo di regole perché il gioco stesso non significa nulla.
Ma come si fa a dire quanto vale un bambino usando gli stessi numeri, ogni bambino è diverso dall’altro, il numero è sempre un numero. L’8 è sempre otto, non è che una volta è più otto, un’altra volta lo è meno, una volta simpatico un’altra volta antipatico, una volta è bello, perché mi sembra grande, un’altra volta è brutto, perché mi sembra piccolo, e quando è brutto assomiglia al sette, e quando è bello assomiglia al nove. L’8 è sempre 8. Come si fa a misurare qualità diverse, non cose, non oggetti con lo stesso numero?
Quello che sappiamo, come lo sappiamo, quello che ci incuriosisce e interessa, la nostra volontà, la nostra simpatia, la nostra bontà, le nostre capacità, quelle palesi e quelle ancora nascoste, hanno bisogno delle parole per essere capite e comunicate. Perché le parole sanno essere sempre diverse, particolari, hanno tante sfumature, hanno tanti colori come l’arcobaleno, come i bambini che hanno tante sfumature e hanno i colori dell’arcobaleno.
A te hanno dato un numero, che è uguale a quello di altri bambini, ma tu non sei come loro, tu sei speciale, e questo dobbiamo spiegartelo con le parole, con dolcezza, con amore, affinché tu capisca e ti convinca che sei stata splendida, straordinaria, a imparare e a fare bene ciò che gli altri bambini come te fanno, ma con la differenza che tu muovi solo la testa, non le mani, non le gambe, non il resto del corpo.
Sai quanto ti avrebbe aiutato poter seguire col ditino il rigo nella lettura? Saresti diventata in breve tempo velocissima come un missile.
Sai quanto ti avrebbe favorito poter muovere le dita per imparare prima a contare?
Sai quanto ti avrebbe giovato il non dover uscire spesso dall’aula per le broncoaspirazioni, o per i cateterismi?
Certo ti sarebbe piaciuto e ti sarebbe servito di più durante l’intervallo uscire in giardino a correre con i tuoi compagni, anziché stare stesa sul tuo lettino ad ascoltare le storie, sia pur bellissime e utilissime, delle tue dolci e care Roby e Manu.
Dalla carrozzina al lettino, dal lettino alla carrozzina. Questa è la tua ginnastica, e pensare che ti hanno dato un voto anche in educazione motoria, a quel che mi risulta. Anche se lo hanno fatto per non farti sentire “diversa” dagli altri bambini, tu lo sei, piccola mia, e questo lo sai, e gli adulti non debbono far finta di non saperlo.
Forse come adulti dovremmo riuscire a spiegarti che tu, più che diversa, sei speciale, d’altronde di ciò tu acquisti sempre più consapevolezza e a volte ne soffri, e questa tua sofferenza ci fa morire di dolore con la nostra impotenza.
Dovremmo saperti spiegare perché sei speciale, ma nello stesso tempo sei uguale agli altri bambini, che sono speciali anche loro e uguali al contempo. E che di tutti questi esseri speciali/uguali il mondo ha bisogno, altrimenti è condannato a non avere più la gioia di vedere la bellezza dell’arcobaleno.
Dare un voto numerico a te non dirà mai come avresti potuto fare tu, se fossi stata come gli altri compagni, così come non dirà mai che voto avrebbero potuto prendere gli altri, se fossero stati nelle tue condizioni.
Dare il voto numerico ai bambini è attribuire un simbolo incomprensibile per loro, ma anche per gli adulti, basta che ci riflettano un po’ su.
Dare il voto in numeri ai bambini è come voler misurare il cielo con un righello.
Nemmeno le parole meglio impiegate possono spiegare bene quanto possa essere difficile per una bimba come te imparare e fare tante cose, come leggere, scrivere, contare, lavorare con l’amico computer che ti permette di divenire brava come i tuoi compagni, dipingere quadri bellissimi con i pennarelli che tu adoperi tenendoli con la bocca e tracciando linee, tratti, colori, forme col movimento della tua preziosissima testolina, affaticandoti, divertendoti.
Quale numero, freddo, oggettivo, sempre uguale a se stesso può interpretare le tue speranze, la tua voglia insaziabile di apprendere, la tua tenacia, il tuo provare e riprovare, ma anche la tua stanchezza e la tentazione di mollare, la tua disperazione quando le cose non ti riescono, perché sei chiamata a realizzare imprese difficilissime con uno svantaggio di partenza immenso.
Quale numero può rappresentare l’entità delle difficoltà che sei chiamata quotidianamente a superare per stare al mondo come un essere umano con il suo diritto all’autonomia, mentre dipende totalmente dagli altri, con la sua libertà, mentre non ne ha nemmeno la più limitata, quella fisica, con la sua privacy, mentre il suo corpo, anche nelle funzioni più primitive, deve essere manipolato dagli altri.
Non farci caso, piccola mia, a quei numeri, non è un gioco per te e non lo è nemmeno per le tue maestre che, voglio sperarlo, sono state costrette a usarli loro malgrado, cercando di fare il minor male possibile.
Tu sei speciale, Anna, e per descriverlo e raccontarlo non basterebbero le parole di un’Enciclopedia, immagina cosa può fare un piccolo, stupido numero.
 tu sei speciale

Meglio giocare con i numeri di Gianni Rodari
Abbasso il nove
Uno scolaro faceva le divisioni:
– Il tre nel tredici sta quattro volte con l’avanzo di uno. Scrivo quattro al quoto. Tre per quattro dodici, al tredici uno. Abbasso il nove…
– Ah, no, – gridò a questo punto il nove.
– Come? – domandò lo scolaro.
– Tu ce l’hai con me: perché hai gridato «abbasso il nove»? Che cosa ti ho fatto di male? Sono forse un nemico pubblico?
– Ma io…
– Ah, lo immagino bene, avrai la scusa pronta. Ma a me non mi va giù lo stesso. Grida «abbasso il brodo di dadi», «abbasso lo sceriffo», e magari anche «abbasso l’aria fritta», ma perché proprio «abbasso il nove»?
– Scusi, ma veramente…
– Non interrompere, è cattiva educazione. Sono una semplice cifra, e qualsiasi numero di due cifre mi può mangiare il risotto in testa, ma anch’io ho la mia dignità e voglio essere rispettato. Prima di tutto dai bambini che hanno ancora il moccio al naso. Insomma, abbasso il tuo naso, abbasso gli avvolgibili, ma lasciami stare.
Confuso e intimidito, lo scolaro non abbassò il nove, sbagliò la divisione e si prese un brutto voto. Eh, qualche volta non è proprio il caso di essere troppo delicati.
G. Rodari
Written by libellulediluce in: Senza categoria | Tag:, , ,

Theme: TheBuckmaker.com Best WordPress Themes | Webhostingpad comparison, Pfandleihhaus