Set
04
2007
-

Ora avrei bisogno di silenzio

 
Ora avrei bisogno di silenzio
di quel silenzio
vero
meritato
avrei bisogno
di morire
riposare
andare
là dove regna
la pace
io
dimenticata
non più che in vita.
 
Mamma
tu
arranchi
e dormi
già sulla mia spalla
respiri sul mio collo
l’aria della vita tua
buona
e densa.
 
Ora avrei bisogno di silenzio
di quel silenzio
amato
che qui non dura
mamma
io
là nel tuo ventre
antico vedevo già
l’eterno.
 
Dimmi mamma
col tuo profilo
stanco
col tuo sorriso buono
dimmi
chi sono
io
che muoio
della tua morte.
 
Ricordi?
Tu dicevi
Via dai
sei forte
Ricordi?
Rispondo
ora avrei bisogno di silenzio.
 
Mamma
il primo bacio
lo raccontai a te
e tu ridevi
buona
ero triste
io
come ora
ma tu ridevi
e io credevo
nella tua gioia.
 
Ricordi
mamma?
ero triste
io
sapevo già
che presto
avrei chiesto
la voce del silenzio.
 
Eri il sole mamma
col tuo profilo
da medaglia
e io guardavo
il tuo sorriso
rideva
trillava
un grande
amore per la vita.
Perché non m’hai insegnato?
 
Mamma
a te raccontai
la mia tristezza
la mia paura
Ricordi?
E tu paziente
le ascoltasti
ma poi l’amore
in te era più forte
della malattia.
 
Ricordi?
e già era
il mio piccolo
nel ventre
e tu eri lontana
sul punto di morire
ma tu ridevi
e col tuo amore
trillasti fuor la morte
e io ero triste.
 
Ricordi?
mamma
già temevo l’oggi
e così andò
per anni
con te lontana
e il mio piccolo
da crescere
alla gioia
che non m’apparteneva
e te lo dedicai
io
avrei voluto
il tuo sorriso
l’amor fresco
che ride
trilla
alla morte
invece
mamma
chiedo l’eterno.
 
30 aprile 2007
Claudia f.
 
 
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Apr
05
2007
-

Mamma quando mi toglieranno il tubo?

Quando ti hanno tolto la PEG hai chiesto: Mamma quando mi toglieranno il tubo? Il tubo cui ti riferivi è quello che collega il ventilatore alla cannula tracheotomica. Così brutto all’impatto visivo. E’ la prima cosa che ti chiedono i bambini quando ti vedono per la prima volta: A che serve questo tubo? Tu ogni volta devi  spiegare a che cosa serve il tubo, e devi spiegare così la tua "diversità". E lo fai con precisione e calma professorale, mentre in te resta il rinnovato contatto con il tuo stato: quello di una bimba di 5 anni e mezzo che da quasi tre anni è impossibilitata a muoversi , camminare, persino respirare da sola. E con quel rumore regolare, continuo, notte e giorno, con le lucine di tutti i suoi led il ventilatore sembra ripetere ossessivamente: Tu vivi finché funziono io. 

Spostarti, anche solo per fare il bagno, portarti a passeggio, andare a scuola, ai giardinetti dove guardi triste gli altri bambini che corrono, saltano, vanno allo scivolo, all’altalena (piaceva tanto a te e prima dell’incidente mi facevi spingere per tanto tempo (ricordi?) fino a stancarmi mentre dicevi: Ancora nonno, più forte, più forte!) ; spostarti con il ventilatore, l’aspiratore per le tue broncoaspirazioni e tante altre cose è un’impresa. Ci vuole la presenza di due persone. Oltre al rischio che possa smettere di funzionare, o funzionare male, per un qualsiasi motivo.

Per questo i tuoi genitori, dopo aver tanto riflettuto, tra mille dubbi e ansie e dopo aver persa la speranza che tu possa per via naturale tornare a respirare autonomamente, hanno deciso di impiantarti un pacemaker respiratore, stimolatore del nervo frenico.

E il tempo per questo altro intervento chirurgico è quasi arrivato.

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Mag
30
2006
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Le tue parole

Una voce mi parla
È parole
Profonde
Gratuite
Venute
Da un mondo
A me sconosciuto
Di gioia
Dolori
Emozioni
Riprese
Fermate
Accelerazioni
Sono parole
Coraggiose
Emozionate
Volute
Anche quando non potresti
Donate
Per scaldare
Un inverno
Perenne
Di gelo
Non voluto
Avuto
Sono parole
Pensate
Anche quando non potresti
Sono per me
Per te
Che mi vuoi
Anche quando non potresti
Anche quando non potrei.
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Mag
25
2006
-

Ciao Anna

Non vedo l’ora di ammirare il tuo viso illuminato dalla gioia di vedermi.
Ciao nonno.
Riprendere il contatto con te, farmi raccontare le tue piccole cose di piccola bambina che guarda il mondo dal suo letto.
E non può fare una carezza alla sua bambola. Non può toglierle il vestino, le scarpine, pettinarle i capelli, fingendo di essere la mamma.
Devi immaginare, solo immaginare.
E trovare sempre qualcuno che faccia le cose per te. E sentire come lo facessi tu.
La vita per te è immaginazione, simulazione. Ti è stato tolto il fare.
Piccola mia.
Che Dio metta sempre intorno a te persone che ti amano, come la tua mamma ed il tuo papà. Persone che vivano anche per te, al posto tuo, in una straordinaria e bellissima corrispondenza e simbiosi di sensi e sentimenti.

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Mag
24
2006
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Chele di granchio

C’è un amore lontano
Che chiama
Che resiste
Come chele di granchio
Forti
Sfinite
Come petali
Di antico splendore
Sfiniti
Di acque
Passate
In vasi cinesi
Trasparenti
Di sogni
Passati
Sfiniti
Finiti
E pur vivi
Di nuovo
Desiderosi
Di futuro
Colorato
Di antiche memorie
profumate
Vero
Reale
Forte
Come chele di granchio.
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Mag
18
2006
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Le ultime volte

Sono ormai le ultime volte che vedo questi ragazzi. Che li vedo insieme, in classe. Tutti presi dal loro essere giovani. Jeans, telefonini, andature strane, ragazze col pancino esposto. Stesso modo di parlare, stesse posture. Eppure così diversi. Con le loro storie diverse. Con l’innocenza di chi ancora non si interroga sul proprio futuro. Ora sognano e forse fanno bene. Vivono come se il tempo non passasse anche per loro. Vivono del loro mondo popolato di miti ed eroi: Ronaldinho, veline, pop star, campioni di reality show, personaggi e vicende di soap opera ecc

Li incontro spesso dopo anni. Hanno espressioni di affetto verso di me, ma forse essi hanno nostalgia di quella età che nella loro memoria è stata felice e spensierata.

Sono ancora in cerca di lavoro e forse saranno costretti ad andare al Nord; qualche ragazza si è sposata e non ha talvolta l’espressione felice. Sembrano smarriti per un mondo che non avevano immaginato così. Sembra chiedano: – Ma perché non ci avete detto che vivere in questo mondo è così difficile, drammatico.

………………………

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