Tu sei speciale

Abbiamo trascorso un buon Natale insieme. Sei stata bene, di buon umore. Fuori era molto freddo, c’era la neve e siamo andati al parco della Colletta, tutto imbiancato, non c’era nessuno. Guardavi gli alberi e i loro rami col loro carico di neve che, col sole, ogni tanto cadeva sulla tua carrozzina rendendoti felice.
Il tuo cane nero di nome Nerino correva impazzito di gioia in mezzo alla neve bianca e tu ti divertivi ad osservare le sue evoluzioni.
Tu osservi sempre, Anna, fissando a lungo il tuo sguardo, e pensi più di quanto i bambini della tua età siano abituati a fare, presi come sono dal loro ipercinetismo che le famiglie di oggi favoriscono per tenerli sempre impegnati a fare qualcosa. Anche tu, forse, se non fossi costretta all’immobilità saresti sempre in movimento, come gli altri.

Eri molto attiva a tre anni, prima dell’incidente, esuberante, intraprendente. Il tuo, però, non era mai un movimento fine e se stesso. Avevi sempre in testa uno scopo, un disegno da realizzare, un fantastico gioco, da te inventato, da attuare. Eri straordinaria come predisponevi la scena, delineavi gli attori, assegnavi i ruoli, decidevi le regole e il cosa fare. Scrivevi il copione nella tua testa, sviluppavi storie da interpretare, simulare nel reale. Spesso nella tua opera di regia facevi vedere ai tuoi compagni di gioco come fare. Il ruolo ti era riconosciuto anche dai bambini più grandi un po’ a corto di fantasia.
Ora hai solo la parola, non puoi più sperimentare da te, e questo, a volte, ti è insopportabile. La tua solarità è messa a dura prova, il tuo cuore si riempie di tristezza; sullo sfondo, a caratteri cubitali, si staglia la più terribile delle domande: perché io no? E nessuno può rispondere a questa domanda. Nessuno, piccola mia.
Forse ti sei posta quella terribile domanda quel giorno in cui alla tua mamma hai chiesto di frequentare bambini come te.
E ci hai fatto morire dentro con quella richiesta, perché sappiamo cosa vuol dire. A volte è più doloroso  in te il sentimento e il peso della tua diversità. Ma tu non sei diversa, sei solo speciale, come tutti i bambini che sono nelle tue condizioni. Lo so, deve essere terribilmente difficile per te giocare con gli altri bambini partendo sempre da uno stato di inferiorità fisica. Ma tu non sei inferiore. Dovrai imparare, e chi ti ama dovrà aiutarti in questo, il gioco più importante di tutti, il gioco della vita. Un gioco in cui ognuno fa ciò che può e sa fare, un gioco di cooperazione in cui ciascuno dà quello che ha, e quello che ognuno ha è considerato una risorsa e una ricchezza per tutti, nessuno escluso.
Tu osservi, pensi, rifletti, immagini. Questo è il tuo tesoro, la tua ricchezza. Questo è ciò che ti rende una bambina speciale.