Dal Regina Margherita

Come al solito, mi hai accolto con un sorriso smagliante di felicità.
Ciao nonno! Sono felice che sei venuto.
Come stai Anna?
Bene, mi sento tirare un po’ qui, dietro l’orecchio.
Mi hai portato il regalino che mi avevi promesso? Due ne ho portati, per dirti quanto ti penso e quanto ti voglio bene.
E’ incredibile la tua solarità, la tua voglia di vivere.

E abbiamo giocato insieme.
Mi hai parlato dei dottori, del fatto che ti sei addormentata in sala operatoria.
Già avevi voglia di tornare a casa perché all’ospedale di Torino dovevi stare solo quattro giorni, a quello di Milano di più.
Con che semplicità e naturalezza parli di ospedali. Come se appartenessero ormai alla tua normalità esistenziale. Poverina non sai quanto costa a noi ogni volta che ti portiamo.
Ho un buchino sulla pancia e due sulla testa.
Dietro l’orecchio sinistro ti hanno rasato i capelli e spicca una ferita con dieci punti di sutura che sembrano un bruco. Sul lato opposto altra superficie priva di capelli con ferita, ma senza punti di sutura.
Ma tu sei ugualmente bella con quegli occhi tagliati a mandorla sorridenti e gioiosi e con i capelli castano scuro molto ondulati, quasi ricci. Occhietti ammaliatori, a stellina, come dici tu, che fanno innamorare le persone che ti vedono.
E il tuo esprimerti corretto, compiuto. Spesso sei ironica e giochi con i significati delle parole, cosa rara nei bambini della tua età.
Goditi la tua casa e le tue cose Anna.
Noi pensiamo già a quando dovrai ritornare in rianimazione, a Milano tra poco.